domenica 14 febbraio 2010

7a Fiumicino Half Marathon


Si, è vero, penso che nella vita una persona provi delle emozioni più forti di quella di tagliare il traguardo di una mezza maratona, ma il momento di gloria che ho vissuto io oggi poco dopo le 11.30 penso che non lo dimenticherò mai. Ma questo è il finale di una lunga corsa, che ha inizio come sempre, molto presto la mattina, anzi questa volta proprio di notte che, infatti, passa un po' turbolenta. Ho faticato tanto a dormire ed ero veramente in tensione. Avevo una gran paura di non farcela... Quei 21 Km non finivano mai durante i miei sogni agitati e l'ora della sveglia la saluto con piacere. Mi alzo e mi preparo. Solita colazione pre gara a base di fette biscottate con marmellata e caffè. Tutto pronto e calcolato, ma riesco come al solito a fare sempre un po' tardi, anche se comunque arrivo puntuale al mio appuntamento con i compagni di avventura.
Un saluto veloce e si parte alla volta della gara. Per strada raccogliamo Silvia e via alla volta di Fiumicino.
Entrati in paese, ad un certo punto vediamo il cartello dei 3 Km. Mi da una certa emozione vederlo, e anche tensione, quest'ultima però completamente sciolta quando Massimo fa la battuta: "A Ma' a sto punto te ne mancano ancora 18... pensa te..." Tutti a ridere, io però leggermente di meno...

Arriviamo al palazzetto come sempre a ridosso della partenza. Al ritiro dei pettorali, siamo quasi gli ultimi; dopo di noi c'è solo un'altra società che arriva da Carsoli. Ritorniamo alla macchina per cambiarci. Io decido di mettermi i soliti pantaloncini corti e una maglietta a maniche lunghe. Rimango a lungo indeciso se indossara anche l'antivento, e alla fine decido di metterlo, scelta questa che alla fine si rivela azzeccata visto che in alcuni tratti tirava un po' di vento freddo che così non mi ha per nulla infastidito.
Ci posizioniamo nel gruppone degli oltre 2000 iscritti (circa 2300 dice l'organizzazione), ma quasi in fondo. Alle 9:30 in punto si parte. Si c
omincia la gara: Massimo e Remo partono d'avanti, mentre io e Silvia decidiamo di andare un po' insieme. Correre con qualcuno è sempre più facile e piacevole che da solo, anche se sapendo che lei avrebbe accelerato ad un certo punto, mi ero attrezzato con il mio lettore mp3.
I primi km scorrono via tranquilli, al ritmo di 5'30'' al Km. Rivedo il cartellone del 3° Km e a dirla t
utta mi mette un po' di angoscia; ma non importa, procedo avanti ancora felice. La prima parte di una gara è quella più piacevole. La gente è sempre abbastanza fitta, si sentono ancora le battute dei più simpatici e c'è molta goliardia.
Il primo ristoro arriva quasi subito (in realtà siamo poco dopo il 6° km). Come sempre io decellero per prendere la bottiglietta di acqua e mi metto a camminare per non strozzarmi (e per riprendere un po' di fiato). Silvia non si ferma e va avanti. Dopo un po' vedo che si gira, ma io le dico di andare, oramai ciò che si poteva fare insieme è stato fatto. Da ora in poi mi affido al mio lettore mp3. Siamo ormai sul lungomare. I gruppi folti si diradano sempre di più. Anc
he le chiacchiere sono sempre minori. Ci fanno compagnia il rombo delle macchine, costrette ad aspettare il nostro passaggio. Ad un certo punto passando vicino a due corridori, sento uno di questi dire: "Qui non si può improvvisare, se non hai i Km nelle gambe non puoi inventarti niente". Sagge parole, ma che a me incutono un po' di paura; mi sento come uno scolaro impreparato, che ha studiato poco. Così, per non pensare alla corsa, mi metto a guardare il mare per distrarmi. E' abbastanza tranquillo ed un po' mi tornano in mente le corse fatte l'estate scorsa, quando correvo a San Pietro in Bevagna, al gran caldo e alle sudate incredibili.

L'arrivo al 10° km è sotto il traguardo, che ha un duplice effetto, prima di sconforto al pensiero di essere a metà dell'impresa, ma poi di eccitazione pensando di essere già a metà e di cominciare a sognare il ritorno sotto a quel tr
aguardo. Certo che da questo momento in poi la corsa si fa più dura. Anche i miei tempi cominciano a salire (un po' più di quanto avessi sperato). Si esce fuori dal centro. Le case lasciano spazio alla campagna, siamo nei pressi del 12° Km e comincio a vedere arrivare un po' di corridori che tornano indietro. Il momento è abbastanza drammatico, perchè comunque la stanchezza vuole fare capolino e il fattore psicologico su queste cose è molto forte. Ma non ho mai pensato di fermarmi, neanche per un attimo. Per peggiorare la situazione, comincia a farsi sentire anche un dolore al piede destro, all'inizio dello stinco. Già mi vedo a casa, sul divano con il ghiaccio, sperando di non compromettere la RomaOstia. Questo dolore (ma più un fastidio comunque) non mi abbandonerà più per tutta la gara, ma non me la sento di cullarmi nell'illusione che senza avrei fatto meglio, non penso. intanto passo il cartello del 15° Km e penso che un mese fa, al Trofeo Lidense, di 15 Km, a quel punto ero distrutto, invece adesso mi sentivo ancora bene, con le gambe che tutto sommato giravano ancora.
Sono nei pressi del 16° Km e oramai si corre in attesa dell'ultimo ristoro, al 18° Km. I tempi cominciano a salire sopra i 6' per Km, ma non me la sento di aumentare l'andatura. Questo è un territorio inesplorato per me. Il massimo percorso sono i 18 Km in allenamento, quindi voglio andarci con i piedi di piombo. Prima di arrivare al ristoro, ecco arrivare l'unica parte del percorso leggermente più impegnativa con qualche salita; niente di importante, ma essendo quasi oramai allo stremo, anche queste piccole salite si fanno sentire decisamente.

Alla fine, come un miraggio, vedo il ristoro del 18°, finalmente. Anche qui prendo la mia bottiglietta d'acqua e mi attardo a camminare sorseggiando, questa volta anche qualche secondo di più, insieme a due altre persone, tanto che una ragazza di dietro ci passa e ci incoraggia: "Forza, forza". Allora ultimo sorso e si riparte. La venderò cara la mia pellaccia!! In realtà non sto particolarmente male. Riesco a correre tranquillamente, l'unica cosa, ad ogni Km, diminuisco sempre un po' l'andatura fino ad arrivare agli ultimi Km corsi ad un ritmo di 6'30''.

Ma quando svolto l'ultima curva e a pochi metri vedo il mio traguardo, non mi importa di correre ne a 6' e neanche a 4'. Sono arrivato. Ho percorso i miei 21 Km e mi rimangono gli ultimi 79 metri che mi godo con una gioia incredibile. Intorno a me finalmente un po' di gente, ma proprio ora non mi importa più. Passo il traguardo alzando le mani al cielo: "Missione compiuta!!"

A Fiumicino non ero mai stato, quindi pensavo potesse essere la volta buona per dargli un'occhiata, ma dovrò tornarci, perchè durante la gara non ho avuto molto tempo di fissare i posti.



Garmin Connect - Dettagli della mia gara Fiumicino Half Marathon

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